Sono stati gli Scout a farmi avvicinare al mondo del sociale e a quanto fosse indispensabile nella vita aiutare gli altri. Ho cominciato il percorso come coccinella dove era richiesta la Buona Azione quotidiana: ognuno doveva fare attenzione ai bisogni dell'altro e compiere una azione altruista ogni giorno. La BA è stato il mio primo impegno verso gli altri. Proseguendo il percorso scout, come Scolta la BA si è trasformata in Servizio. Questo ha significato un passaggio importante poiché ho cominciato a fare volontariato. Entrando in questo mondo, sono venuta a conoscenza del Treno Bianco e dei viaggi a Luordes e a Loreto. Ed è in uno di quesi viaggi che ho incontrato per la prima volta l'autismo, difficoltà dello sviluppo che poi è diventata per lungo tempo la mia principale attività professionale. Ho continuato il mio percorso di volontria diventando Volontaria del Soccorso per la Croce Rossa Italiana e successivamente ho preso parte ai primi viaggi di aiuti ai balcani in seguito alla guerra con un gruppo di volontari che ha poi fondato l'associazione Il Giardino delle Rose Blù.
Così, nello scegliere di iscrivermi all'università, ho intrapreso gli studi di psicologia, mi sembravano quelli più vicini a ciò che già facevo e al mio modo di fare le cose.
Nel 2002 mi sono laureata in Psicologia dello sviluppo e dell'educazione.
Durante gli studi universitari mi sono formata e ho lavorato prima come operatrice e poi come terapista per l'autismo, seguendo diversi bambini privatamente nel loro domicilio attuando il Metodo Lovaas (DDT-ABA).
In questo periodo ho inoltre approfondito la formazione riguardante l'autismo seguendo diversi e numerosi convegni su questo tema. Ero talmente affascinata dai cambiamenti che il Metodo Lovaas (chiamato anche ABA) promuoveva nei bambini, che ho deciso di proseguire la mia formazione in tale ambito e da terapista ho intrapreso la strada di Supervisore del Metodo Lovaas. Strada che ho continuato per diverso tempo, ma proprio l'approfondimento di questa formazione e la conoscenza ormai di anni che avevo accumulato dei bambini e ragazzi con autismo e delle loro famiglie, mi ha fatto ricredere sulla presunta completezza di tali metodiche. Ho quindi interrotto prematuramente tale formazione, e ho cominciato a guardarmi intorno formandomi sull'approccio TEACCH con Theo Peeters, sul Metodo Pivotal (PRT), sul Metodo SCERT, sul Metodo Feuerstein, avvicinandomi inoltre a tutto ciò che riguarda l'Integrazione Sensoriale, formandomi nella Stimolazione Basale® e nel Massaggio Infantile. Questi ultimi studi mi hanno portato a comprendere quanto il corpo, la sensorialità, il sapersi percepire siano elementi fondamentali per l'esistenza di ogni individuo e che influenzano l'apprendimento e le relazioni interpersonali.
Per quanto riguarda l'ambito dell'autismo, quindi, la mia formazione è eterogenea e comprende diversi aspetti che il mio modo di lavorare rispecchia. Ho imparato che un solo metodo non va bene per tutti i bambini. È l'integrazione di metodiche che genera possibilità di individuazione, ascolto, scambio e crescita.
A questa formazione specifica sull'autismo, ho affiancato una formazione diretta anche ad altre difficoltà dello sviluppo seguendo comunque un approccio cognitivo-comportamentale (ABA per intenderci tra persone dell'ambito) tramite un Master Post-Universitario rivolto a tutta le difficoltà infantili.
Nella parte dedicata all'autismo ho avuto la fortuna di conoscere e di essere formata da Enrico Micheli, che oltre al sapere mi ha trasmesso la passione e la dedizione con cui lavorava con le persone con autismo. Essendo il master ad ampio spettro, ho potuto acquisire delle competenze in tutte le difficoltà dell'età evolutiva (difficoltà di separazione, ossessioni e fobie, deficit di attenzione (adhd), depressione infantile, Mutismo selettivo...) , approfondendo ulteriormente le difficoltà di apprendimento con un master di I livello dedicato ed un corso di formazione intensiva "Le basi psicologiche e neuropsicologiche dei disturbi dell’apprendimento”.
Nel 2006 mi iscrivo alla specializzazione in psicologia rivolta agli adulti e nel 2008 inizio in mio percorso formativo nel mondo del Body-Mind Centering.
Nel 2010 mi specializzo in Psicoterapia Individuale e di Gruppo rivolta ad adulti con approccio gruppo-analitico. È stata una esperienza emotivamente coinvolgente. Esperienza dove sono cresciuta nella consapevolezza di me come persona, come professionista e nelle relazioni. Ho integrato l'approccio "dinamico" e "gruppo-analitico" della specializzazione all'approccio cognitivo-comportamentale anche nel lavoro psicoterapeutico con gli adulti.
Dal 2008 invece vivo questa sorprendente e coinvolgente formazione corporea, dove corpo e movimento sono un tutt’uno con la mente. Il corpo esprime ciò che la mente vive. Il corpo sa e conosce, forse anche prima della mente. Tutto è circolare.
Nel 2017 completo la formazione in Educatrice del movimento in età evolutiva (IDME) secondo l'approccio Body-Mind Centering® (BMC®). Durante questa formazione ho frequentato i quattro seminari di base: Sensi e Percezione, Sviluppo Ontogenetico, Schemi Neurocellulari di base, Riflessi Primitivi, Reazioni di Raddrizzamento, Risposte di Equilibrio; ed infine due seminari applicativi IDME 1 e IDME 2. In poche parole, questa prima formazione nell'approccio BMC® mi ha permesso di rispondere alla domanda "da dove veniamo?", mettendo luce e creando una solida "base sicura" e che ha affinato le mie abilità di focusing.
Nel 2018 completo la formazione in Educatrice Somatica del Movimento (SME), secondo l'approccio Body-Mind Centering® (BMC®) e da giugno 2020 continuerò la formazione come Pratictioner.
Nel corso di questi anni, in cui il fil rouge della mia formazione continua è (ed è ancora) il BMC, ho approfondito temi quali: ansia, panico, depressione, crescita personale, relazioni disfunzionali, pensieri ossessivi e negativi, trattamento del trauma.
Attualmente la mia ricerca psico-corporea comprende lo studio della psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI) che porta avanti la convinzione che l'essere umano è un tutt'uno e bisogna cominciarlo a prendere seriamente in considerazione nei momenti di diagnosi (medica o psicologica) e di terapia/psicoterapia.
In conclusione, posso dire che sono sempre più convinta che noi siamo un CORPO PENSANTE che integra in sé ciò che è mentale e cognitivo con ciò che è somatico e fisico, nella bellezza del movimento (che è vita).
Vedo l’essere umano come un tutt’uno, un insieme di cose che si fondono pur avendo dei confini, parti che si influenzano pur rimanendo nella loro individualità.
Occupandomi ormai da diversi anni di adulti che portano una sofferenza psicologica, emotiva e psichica, ho potuto constatare il riflettersi di questa sofferenza nel corpo e di come, partendo da esso il lavoro di ripresa sia più potente.
Auguro al lettore di fare le scelte adatte e giuste per se stesso/a e di condurre una vita dove la mente sia integrata al corpo!